30.11.04

polifilo online

29.11.04

logos 1


brandsoftheworld.com oltre 80mila eps scaricabili

allthelogos.com oltre 70mila eps scaricabili

28.11.04

concorsi

27.11.04

riviste 1

26.11.04

a daily journal of typography

Typographica is a daily journal of typography featuring news, observations, and open commentary on fonts and typographic design

25.11.04

novarese

24.11.04

biografie 3

23.11.04

biografie 2

in spagnolo - unostiposduros.com
Nicholaus Jenson
Erhard Ratdolt
Claude Garamond
Nicholas Kis
Giambattista Bodoni
Frederic Goudy
Morris F. Benton
William Morris
Hans Mardersteig
Jan van Krimpen
Jan Tschichold
John Baskerville
Joaquín Ibarra
Firmin Didot
Stanley Morison
Paul Renner
Eric Gill
Bruce Rogers
Max Miedinger
Adrian Frutiger
Hermann Zapf

22.11.04

antologia di testi storici 2

in spagnolo - unostiposduros.com
William Morris: La fundación de Kelmscott Press
Thomas J. Cobden-Sanderson: La Función de la tipografía
Bruce Rogers: Tipografía en la Universidad de Cambridge
Francis Meynell: Venticinco soldados de plomo
Daniel B. Updike: El estilo en la tipografía
Jan Tschichold: La nueva tipografía
Harry Carter: Los tipos sanserif
Stanley Morison: Principios fundamentales
Beatrice Warde: La copa de cristal

21.11.04

biografie 1

20.11.04

tipografia digitale 1

19.11.04

riconoscere un carattere

XWKMZY?
identifont

18.11.04

associazioni 1

17.11.04

jan tschichold

16.11.04

robert bringhurst

15.11.04

fw goudy

14.11.04

antologia di testi storici 1

Alberto Savinio
Tipografia
La tipografia è un’arte. Questa verità nessuno osa contestarla. Noi italiani meno che meno, che l’arte della tipografia. e fino dai suoi lontani esordi, abbiamo saputo innalzarla alla sua massima eccellenza. Ma arte o non arte, la tipografia resta pur sempre e fondamentalmente un mezzo: il più grande mezzo di conoscenza che l’uomo ha inventato. Questa sua precisa finalità, la tipografia non dovrebbe mai dimenticarla. Per me, la tipografia più bella è anche la più semplice, la più chiara, la più amorfa. Quella che non attira su di sé l’occhio del lettore, che non frappone bizzarrie e lussi grafici fra l’occhio del lettore e l’intelligenza della cosa scritta. Ma non tutti la pensano così. E noto con raccapriccio che spesso e volentieri la tipografia dimentica di essere un mezzo, e si atteggia a bella dama che vuole essere ammirata per i suoi pregi particolari. Da quando poi e invalso l’uso degli estetismi generalizzati, anche la tipografia, come la foggia degli abiti e l’arredamento delle case, sì è messa a seguire l’andazzo delle mode di passaggio. Ieri, nel regno del liberty, i caratteri si erano mutati in gigli e in tulipani; oggi, in regno novecento, si sono trasformati in nanerottoli obesi. L’uomo non solo deve essere umano nel suoi pensieri, e nelle sue azioni: deve serbare un carattere «umano» anche alle cose che lo circondano, agli strumenti della civiltà. E tanto più una cosa è «umana», quanto più la sua forma è logica e intonata allo scopo che ne giustiica l’esistenza. Anche una poltrona, un apparecchio telefonico, un carattere di tipografia debbono avere un aspetto «umano». Ma quando la poltrona si maschera da conchiglia, l’apparecchio telefonico si nasconde sotto la crinolina di una dama, quando l’Elle prende l’aspetto di un giacinto e l’0 quello di un disco nero, questi oggetti prendono un aspetto illogico e inquietante, ispirano diffidenza e sospetto, portano nell’economia della vita squilibrio e turbamento.
[il brano è tratto da Torre di guardia, Sellerio, Palermo 1977 I, 1993 II, p.38, raccolta di articoli pubblicati nella rubrica Torre di guardia tenuta da Savinio sul quotidiano «La Stampa» tra il 1934 e il 1940]

El Lisickij
Fatti tipografici
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTWWXYZ PercomunicareperscrittoisuoipensieriLeidevesoltantoformaredeterminatecombinazioniconquestisegnieconcatenarliunoallaltroininterrottamente.
ma - NO.
LEI vede qui che l’immagine pensata non riesce a dipanarsi attraverso la combinazione meccanica di 26 lettere. La lingua è qualcosa di più d’un semplice movimento di onde acustiche e d’un puro mezzo di trasmissione del pensiero. Così, anche la tipografia è qualcosa di più d’un semplice movimento di onde ottiche, per il medesimo scopo. Da una scrittura passiva, confusa, inarticolata, si passa a una scrittura attiva, articolata. Viene segnato il gesto della lingua viva.
p. es.: il codice di Hammurabi e gli stampati di una moderna propaganda elettorale.
LEI ha suddiviso il giorno in 24 ore. Non ci sono più ore per le esuberanti effusioni sentimentali. I colloqui diventano sempre più concisi. Il gesto fortemente caratterizzato. Altrettanto la tipografia.
p. es.: i prospetti, gli scritti pubblicitari e i romanzi
moderni.
LEI, fin dal primo giorno di vita, è accompagnato dalla carta stampata e il suo occhio viene magnificamente allenato a orientarsi in questo settore specifico con rapidità, precisione, senza sbagli. Lei getta il suo sguardo in queste foreste con la stessa sicurezza con cui l’australiano lancia il suo boomerang.
p. es.: il foglio di stampa d’un grande quotidiano.
LEI esige per gli occhi immagini chiare. Queste si possono combinare solo con elementi univoci. Gli elementi delle lettere sono:
la retta orizzontale
la verticale
l’obliqua
l’arco
Sono le direzioni fondamentali della superficie. La combinazione avviene nella direzione orizzontale e verticale. Queste danno l’angolo retto (univoco). Il quale può essere collocato nella direzione dei lati della superficie e allora ha un’effetto dinamico (agitazione). Questi sono gli assiomi della tipografia.
p. es.: questa pagina.
LEI sta già superando il pregiudizio che considera tipografia pura solo la stampa a rilievo. La stampa a rilievo appartiene al passato. Il futuro: alla calcografia e a tutti i procedimenti fotomeccanici. Su questa strada la precedente pittura a fresco viene soppiantata dalla nuova tipografia.
p. es.: le colonne per avvisi pubblicitari e i muri per manifesti.
LEI ha notato che in una formazione organica tutte le faccette mostrano la stessa unità strutturale. La tipografia moderna sta costruendo la sua unità strutturale.
p. es.: la carta (stampa d’arte), il carattere tipografico (senza
svolazzi), il colore (i nuovi prodotti dallo spettro ben chiaro) .
LEI può osservare che laddove alle formazioni concettuali e linguistiche si dischiudono nuove zone, organicamente sorgono anche nuove configurazioni tipografiche. Lo sono: la pubblicità e la poesia moderna.
p. es.: Alcune pagine delle riviste di massa e specializzate americane ed europee. Le pubblicazioni internazionali del movimento Dada.
LEI deve esigere che lo scrittore scriva davvero. Perché i suoi pensieri vengono a Lei attraverso gli occhi e non attraverso le orecchie. Perciò la plastica tipografica deve fare attraverso l’ottica ciò che la voce e il gesto dell’oratore fanno per l’espressione dei Suoi pensieri.
p. es.: poiché Lei ha più fiducia nei nonni, osserviamo questo piccolo fatto di Maestro Francesco Rabelais, l’Astrattore di Quintessenza:
O, i?.. uto il domator dei Cimbri.
::;. ndo per timor della rugiada.
= suo venir si son riempiti i timbri.
|. burro fresco, di potente ondata:
Gargantua
I libro II capitolo.
[in Scritti in onore di Gutenberg, 1925]


Laszlo Moholy–Nagy
Il Bauhaus e la tipografia
[…] La tecnica dei nostri lavori attuali è caratterizzata dallo sfruttamento delle possibilità offerte dalla meccanizzazione, che determina anche i caratteri dello sviluppo storico. Uniformandoci a un’esigenza che si fa sentire in tutti i campi, anche noi, nel settore della tipografia, dobbiamo far sì che le nostre macchine esprimano nel loro lavoro una sempre maggiore chiarezza, concisione, precisione. Oggi il tempo di ciascuno di noi è prezioso, così come sono preziosi i materiali e il lavoro. Tra i molti problemi che si pongono oggi all’artista tipografo, uno dei piu importanti […] è rappresentato dalla questione del monoalfabeto. Già Jakob Grimm aveva scritto tutti i sostantivi con l’iniziale minuscola […] Il celebre architetto Loos scrive nella raccolta dei suoi saggi: “Per i tedeschi, c’è una grande frattura fra lingua scritta e parlata. Parlando, non si possono usare le iniziali maiuscole. Ognuno parla, senza pensare alle iniziali maiuscole. Ma se un tedesco prende la penna in mano, non può più scrivere come pensa e come parla”. Anche il poeta Stefan George e il suo circolo hanno posto alla base delle loro pubblicazioni il monoalfabeto. Se a questo fatto si può obiettare che si tratta di una licenza poetica, possiamo aggiungere che a favore della monoalfabeto prese posizione nel 1920, col libro Sprache und Schrift del dottor Porstmann, anche la sobria associazione degli ingegneri tedeschi, la quale motivò il suo atteggiamento sostenendo che l’uso delle iniziali minuscole non toglierebbe nulla alla nostra scrittura, ma la renderebbe più leggibile, più facile da apprendersi e sostanzialmente più economica: è inutile usare per uno stesso suono una quantità doppia di segni, quando basta la metà. Queste semplificazioni hanno conseguenze pratiche nella costruzione delle macchine per scrivere e per comporre, e implicano un risparmio di caratteri e di passaggi […] Il Bauhaus ha approfondito tutti i problemi concernenti la tipografia e ha riconosciuto giuste le argomentazioni addotte a favore del monoalfabeto.
[in “Anhaltische Rundschau” (Dessau), 1925, 14 settembre, abbreviato]

El Lisickij
Topografia della tipografia
1. Le parole del foglio stampato vengono guardate, non ascoltate.
2. Per mezzo di parole convenzionali, si comunicano concetti; il concetto dev’essere configurato per mezzo di lettere.
3. Economia dell’espressione: ottica invece che fonetica.
4. La configurazione dello spazio del libro per mezzo del materiale compositivo, secondo le leggi della meccanica tipografica, deve corrispondere alle tensioni di trazione e di pressione del contenuto.
5. Configurazione dello spazio del libro, per mezzo del materiale dei cliché, che realizzano la nuova ottica. Realtà ipernaturalistica dell’occhio perfezionato.
6. Sequenza continua delle pagine: libro bioscopico.
7. Il libro nuovo esige uno scrittore nuovo. Calamaio e penna d’oca sono morti.
8. Il foglio stampato supera spazio e tempo. Il foglio stampato, l’infinità dei libri, devono essere superati.
ELETTROBIBLIOTECA.
[in “Merz”, 1923, 4, luglio]

13.11.04

el lissitzky

12.11.04

volkswagen

11.11.04

ladislav sutnar

Versione online della mostra di Ladislav Sutnar

10.11.04

alphabet 26


Il monoalfabeto di Bradbury Thompson.

9.11.04

history of graphic design


2 utili sinossi
marshall.edu (da 1945 a oggi)
benitabrewer.com (con test)

8.11.04

un manuale di progettazione grafica