notizie di architettura
22 settembre 2005
  Appello degli architetti italiani
La lettera indirizzata a Ciampi e Berlusconi
L’appello degli architetti italiani

Gli italiani devono ricominciare a creare, gestire e dirigere le grandi opere del nostro Paese. Lo dicono gli architetti italiani, preoccupati dall'invasione di nomi stranieri legati al nostro panorama artistico. Qualche esempio: la pensilina degli Uffizi di Isozaki, la nuova Ara Pacis di Richard Meier e ponte di Venezia di Santiago Calatrava. Quindi il Museo di Roma della Hadid e, a Milano, Santa Giulia di Norman Foster, la Città della Moda di Cesar Pelli e il Palazzo della Regione di I.M.Pei. Gli architetti italiani esistono,sono pronti a mettere a disposizione la propria creatività per l'Italia e hanno deciso di far sentire la loro voce. Lo hanno fatto con una lettera di protesta, indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e a quelli di Camera e Senato, nonchè ai ministri competenti. L'obiettivo: rilanciare l'architettura italiana rispetto all'impiego sempre più massiccio di architetti stranieri nelle opere pubbliche e artistiche. L'appello è firmato da 35 architetti tra cui Vittorio Gregotti, Guido Canella, Antonio Monestiroli, Franco Purini, Aimaro Isola, Ettore Sottsass, Cesare Stevan e Paolo Portoghesi. Ecco il testo.
«L'architettura italiana attraversa una situazione drammatica. Mentre in altre nazioni europee, in particolare in Francia, in Germania, in Spagna, negli ultimi decenni sono state realizzate grandi opere di interesse sociale che hanno trasformato sensibilmente l'ambiente urbano mettendo a disposizione dei cittadini nuovi servizi che esprimono lo spirito del nostro tempo, in Italia iniziative del genere si contano sulle dita, mancano di una meditata programmazione e si devono quasi sempre all'intervento di architetti stranieri. Nel riconoscere il carattere positivo dell'apporto di forze culturali esterne non si può fare a meno di notare che una delle ragioni della preferenza loro accordata si deve alle realizzazioni compiute, realizzazioni per le quali in Italia sono mancate le premesse concrete, con la conseguenza di aver privato gli architetti italiani di quelle occasioni di lavoro che avrebbero permesso loro di offrire un contributo originale all'attuale stagione di rinnovamento della architettura».
«Il rischio di questa situazione è che si interrompa la continuità di una ricerca che ebbe inizio negli anni Trenta del Novecento per opera di un gruppo di architetti di cui oggi si celebra in ambito internazionale la capitale importanza per lo sviluppo della modernità in architettura; uomini come Terragni, Gardella, Albini, Scarpa, Samonà, Libera, Moretti, Ridolfi. Il naturale sviluppo della linea di ricerca iniziata da questi architetti, e portata avanti con spirito innovativo da molti degli esponenti delle generazioni successive, rappresenta una irrinunciabile risorsa culturale italiana che non può essere ulteriormente vanificata e ignorata, come è avvenuto nelle ultime edizioni della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia».
«Per rilanciare l'architettura italiana anche sul piano internazionale occorrono una serie di provvedimenti che riducano l'inerzia dell'apparato burocratico e consentano libero accesso ai concorsi al di là di selezioni basate esclusivamente sul lavoro già compiuto, selezioni che precludono alle nuove generazioni l'accesso agli incarichi più significativi e bloccano così il vitale ricambio generazionale. Oltre a ciò è necessario potenziare il Darc (la Direzione architettura) facendone un organo di promozione, anche per limitare il potere totalmente autonomo delle Soprintendenze facendo sì che le decisioni che riguardano i nuovi servizi urbani e territoriali vengano prese non da una sola persona, ma all'interno di un consesso in cui siano rappresentati gli esponenti delle diverse amministrazioni, mettendo fine a un diritto di veto che ha privato l'Italia di molte opere significative rimaste sulla carta».
«Ci rivolgiamo alla Presidenza della Repubblica Italiana, al Governo Italiano, al Parlamento, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, alla Presidenza della Biennale di Venezia, alle forze politiche di ogni tendenza interessate al futuro delle nostre città e agli esponenti dell'amministrazione dei Beni Culturali più aperti alla innovazione, perché si impegnino a modificare una situazione negativa che ha posto il nostro Paese in condizioni di inferiorità nel consesso internazionale».
Elenco degli architetti che hanno aderito all'appello
Prof Arch. Gianni ACCASTO - Roma
Prof. Arch. Michele ACHILLI - Milano
Prof. Arch. Augusto Romano BURELLI - Università di Venezia
Prof. Arch. Guido CANELLA - Università di Milano
Prof Arch. Fabio CAPANNI - Università di Firenze
Prof. Arch. Massimo CARMASSI - Pisa
Prof Arch. Marco CASAMONTI - Università di Genova
Prof. Arch. Francesco CELLINI - Università "Roma Tre"
Prof. Arch. Francesco COLLOTTI - Università di Firenze
Prof. Arch. Claudio D'AMATO GUERRIERI - Università Bari
Prof. Arch. Antonio D'AURIA - Università di Firenze
Prof. Arch. Mario DOCCI - Università "La Sapienza" Roma
Prof. Arch. Maria Grazia ECCHELI - Università di Firenze
Prof. Arch. Vittorio GREGOTTI - Milano
Prof. Arch. Aimaro ISOLA - Università di Torino
Prof. Arch. Salvo LO NARDO - Palermo
Prof. Arch. Paolo MARCONI - Università "La Sapienza" Roma
Prof Arch. Antonio MONESTIROLI - Politecnico Milano
Prof. Arch. Manfredi NICOLETTI - Università "La Sapienza" Roma
Prof. Arch. Renato NIICOLINI - Università "Roma Tre"
Prof Arch. Carlo Maria OLMO - Preside Politecnico di Torino
Prof. Arch. Nicola PAGLIARA - Università di Napoli
Prof Arch. Roberto PALUMBO - Preside facoltà "Valle Giulia" Università "La Sapienza" Roma
Prof. Ing. Lucio PASSARELLI - Università "La Sapienza" Roma
Prof. Arch. Giacomo PIRAZZOLI - Università di Firenze
Prof. Arch. Mario PISANI - Università di Aversa
Prof. Arch. Paolo PORTOGHESI - Università "La Sapienza" Roma
Prof Arch. Frana PRATI - Università di Genova
Prof Arch. Franco PURINI - Università "La Sapienza" Roma
Prof. Arch. Fabrizio ROSSI PRODI - Università di Firenze
Prof Arch. Luciano SEMERANI - Università di Venezia
Prof. Arch. Ettore SOTTSASS - Milano
Prof Arch. Cesare STEVAN - Preside Politecnico di Milano
Prof. Arch. Laura THERMES - Università di Reggio Calabria
Prof. Arch. Paolo ZERMANI - Università di Firenze
11 settembre 2005

[fonte: www.corriere.it] con maggiori informazioni
[v. anche Architetti contro l’invasione delle firme straniere in www.edilportale.com]
 


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