20.4.04

[1996#04] didattica

Note per una didattica contemporanea del progetto grafico
La straordinaria, epocale trasformazione “surmoderna” che attraversa tutte le forme e le espressioni culturali contemporanee, mutando e ibridando prepotentemente assetti mentali e concettivi consolidati nella cultura industriale moderna, obbliga a ripensare e ricollocare in termini innovativi le varie componenti di una scuola quale l’Isia, per non rischiare una deriva esiziale per l’istituzione e i suoi utenti. La formazione degli studenti deve - pena la loro esclusione dal mondo reale della professione - fare i conti con la mutazione radicale degli strumenti di progetto, e dunque di ideazione/produzione, che è una mutazione culturale, innanzitutto, ove il ruolo della “comunicazione” è (assieme ambiguamente e certamente) centrale. Ritengo perciò necessario e urgente fornire agli studenti fin dal primo anno una preparazione che rafforzi potentemente sia l’approccio critico-interpretativo, sia la dotazione metodico-strumentale. In altri termini, una scuola che voglia misurarsi con il contemporaneo, e non con le banalità delle mode o la novità incessante del consumo delle immagini, dovrà dare ai propri studenti i mezzi per
• affrontare la storia, la natura e i metodi di costruzione del fenomeno comunicativo nelle sue interazioni complesse, tanto testuali che iconiche, sullo sfondo delle teorie che ne hanno informato l’evoluzione
• apprendere e utilizzare correntemente la lingua inglese, sia parlata che scritta
• consolidare un bagaglio critico di lettura-interpretazione nei confronti dell’immaginario visivo, con opportune metodologie di indagine comparativa
• utilizzare correttamente e senza ansie apocalittiche il computer per tutto il cursus studiorum, sino a raggiungere livelli di assoluta padronanza dello strumento
• possedere dei rudimenti di informatica applicata, per essere in grado di gestirne almeno i fondamenti teorici
• sapersi confrontare progettualmente con la sfida più pressante del contemporaneo: il passaggio dalla bidimensionalità alla virtualità polidimensionale - ovvero l’integrazione tra testo, immagine fissa e in movimento, suono, che perimetra quanto chiamiamo “multimedialità”, nelle sue forme attuali di distribuzione (cd-rom e rete), in vista della prevedibile integrazione “domestica”
• affrontare con cognizione di causa e di metodo il disegno delle interfacce, settore sempre più determinante nel campo della progettazione degli artefatti comunicativi e dell’ergonomia cognitiva
• privilegiare l’analisi, lo studio e la predisposizione al progetto di Information Design, particolarmente nel campo dell’immagine pubblica, collettiva, sociale, che nella situazione del paese è sia una necessità etica che una opportunità futura di non poco conto
• col fine ultimo di indirizzare a una solida, verificabile, rigorosa cultura del progetto, maturata nel confronto con le strutture produttive (stages e workshop con aziende, enti e istituzioni, pubbliche e private, per l’approntamento di soluzioni sperimentali).
Si tratta quindi di impostare, senza troppi ritardi, data l’obiettiva pressione delle trasformazioni già avvenute e ancora in atto, una strategia didattica che prepari alla ideazione concreta e materiale di metodi, sistemi e pratiche atte a rispondere in termini appropriati alle domande espresse dalle attività che gli studenti intendono svolgere professionalmente e a cui la scuola deve formarli con sereno coraggio.

[nota programmatica per l’Isia di Urbino]
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